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Il passato non può essere cambiato, ma può fornirci stimoli per un futuro più positivo. È questa la motivazione principale che spinge Simone Fubini a ripercorrere la sua storia e quella dell'informatica italiana degli ultimi sessant'anni alla ricerca del perché l'Olivetti non sia riuscita a sopravvivere e perché non ci siano big player nazionali nella terza rivoluzione industriale, quella dell'information communication technology. Il racconto prende così le mosse dall'attività di Fubini giovane ingegnere al laboratorio elettronico Olivetti di Barbaricina e lo segue nel suo brillante percorso professionale, che lo fa entrare in contatto con personaggi di grande calibro e spessore. Purtroppo però insufficienti perché la visione di Adriano Olivetti diventi una realtà duratura nel tempo. Ma, dagli errori compiuti si può sempre trarre insegnamento e quindi la seconda parte del libro si concentra sulle possibilità che la costante evoluzione dell'ICT offre ancora oggi all'Italia e al suo tessuto industriale.